A cura di Giulia Massetto

Quando un’amicizia è sincera, non può non portare una ventata di positività, e perché no, altre conoscenze stimolanti, conoscenze che arricchiscono e che suscitano in noi curiosità e ammirazione.

Un anno fa ho stretto amicizia con il regista Paolo Borgato e, grazie a lui, ho incontrato una sua collaboratrice e amica, Erica Andreose, che oggi siamo fiere di avere con noi, nel salotto di Coven Riunito.

Erica è una delle donne più estrose e creative che io abbia mai conosciuto. Laureata al D.A.M.S. di Bologna, attualmente è ricercatrice per l’università. Una fetta del suo tempo libero è dedicata alla creazione di cortometraggi e lungometraggi, passione che le riesce davvero come respirare.

Fondatrice della casa di produzione Alba Nera Productions assieme a Paolo Borgato ed Elia Rosa, oggi ci regala un po’ del suo tempo per raccontarsi e raccontarvi la sua ultima (e riuscitissima) fatica, “The Witches”, un cortometraggio totalmente nelle corde di Coven Riunito.

G: Cara Erica, sei comoda? Come stai?

E: Ciao! Grazie di questa opportunità. Sto bene, è un periodo dedicato all’ascolto di me stessa, sono quindi felice di avere del tempo per dedicarmi anche alle vostre domande.

G: Veniamo alla tua specialità, il cinema. Quali sono i tuoi maggiori riferimenti ispirazionali? 

E: Quando mi chiedono a chi mi ispiro è sempre difficile riassumere in poche parole la lunga lista di nomi e titoli che mi si crea nella mente. Sicuramente sono una persona che oscilla molto come genere e come gusti; nel mio podio dei registi preferiti cambia sempre qualche nome. Al momento direi che in vetta ci sono Lynch, Guadagnino, Sciamma e Rohrwacher. Ma non posso esimermi dal nominare anche Peter Weir, Spielberg e Tornatore, che sono stati dei pilastri nella mia adolescenza, con alcuni film che hanno segnato tutto quello che ne è venuto poi.

G: Lo scorso inverno ho preso parte alla proiezione del cortometraggio “The Witches”, tratto dall’omonimo fumetto di Rosalia Radosti, che vede proprio te alla regia. Raccontaci un po’ la sua trama!

E: The Witches racconta la storia di Mary, una giovane fanciulla che vive in un piccolo villaggio alla fine del 1600 assieme al padre e al fratello. Mary è affetta da mutismo e vive una prigionia sociale e familiare che le sta sempre più stretta. Grazie all’aiuto di un’altra ragazza, Endora, riuscirà a scoprire che esiste un destino più grande, fatto di sorellanza, amore e libertà, a cui può ambire.

G: Com’è nata l’idea di trasporre un fumetto in un corto? È stata una scintilla o un processo graduale?

E: Sono sempre stata appassionata di fumetti e graphic novel. Passione che ho condiviso con Elia Rosa, per esempio con la creazione del nostro lungometraggio “Covered Sun”, anch’esso tratto da un fumetto ideato da Elia stesso. Nel 2020 avevamo entrambi voglia di approcciare al genere horror e scovare questo fumetto di Rosalia online è stato un colpo di fulmine. Era perfetto. Breve, intenso, romantico e dalle tematiche forti. Appena l’ho visto l’ho subito proposto ai miei colleghi per poter iniziare a ricavarne una sceneggiatura. Ho poi contattato l’autrice per chiederle il benestare e, ricevuto quello, sono partita con carta e penna per trasporre la storia in un corto. Ci sono state varie modifiche e ampliamenti di cui sono abbastanza soddisfatta.

G: “The Witches” mi ha fatta piangere, lo ammetto qui, davanti a tutti. Ho pianto perché tocca alcune tematiche delicate, profonde, ma soprattutto intime, legate al mondo della femminilità. Hai avuto difficoltà nel tradurle in immagine?

E: Direi di no. Avevo piuttosto chiaro nella mia mente ogni scena. Sapevo esattamente che sensazioni volevo portare al pubblico e diverse inquadrature le avevo già nella testa dal momento zero di prima scrittura. Ho preso alcuni prodotti come riferimento a cui ispirarmi per trattare questo tipo di tematiche. MI sono stati di grande ispirazione Ritratto di una giovane in fiamme di Sciamma o The Witch di Eggers. Mi hanno permesso di studiare e capire come parlare al pubblico in modo concreto e diretto. Sicuramente c’è stata anche una forte componente “di pancia” da parte mia, un forte desiderio che avevo da tempo si trattare questi temi e che ho sfogato totalmente su The Witches. Poi, con la possibilità di lavorare assieme a grandi amici e professionisti come Elia e Paolo, non si può che alzare l’asticella della qualità. Loro hanno dato quel tocco in più di eleganza e passione che rende il tutto più magico. Inoltre, la fortuna di aver condiviso l’esperienza con attori come Alice Ronsisvalle, Laura Cioetto, Marco Risiglione e Marino Bellini mi ha donato il piacere di veder materializzarsi davanti a me i miei personaggi, proprio come li avevo immaginati. Non c’è emozione più grande di vedere un tale processo prendere forma, è la concretizzazione di un sogno e so di essere estremamente fortunata ad averlo vissuto. 

G: Endora e Mary sono due personaggi straordinari, interpretati da due attrici altrettanto straordinarie. Come le descriveresti in pochi aggettivi?

E: Endora, interpretata da Laura Cioetto, è per me selvaggia, fiera e leale. Un personaggio completo, tutto d’un pezzo, che ha una personalità definita. Mary, interpretata da Alice Ronsisvalle, è al contrario di natura più mutevole. È un personaggio che vediamo sbocciare e crescere. In pochi aggettivi direi: coraggiosa, gentile e curiosa.

G: So che per girare questo corto avete fatto follie e salti mortali. Hai voglia di condividere qualche pazzia del “dietro le quinte” con i nostri lettori?

E: La follia più grande, e che mi piace sempre raccontare, riguarda le scene in notturna con le comparse. Abbiamo deciso di girare il sabba in piena notte sul monte Venda (Colli Euganei) con la presenza di una ventina di donne che dovevano danzare, spogliarsi, cantare e ballare sotto la luna e le nostre luci. Posso dire che organizzare il tutto è stata una vera impresa, che ha coinvolto lo sforzo e la dedizione di moltissime persone a cui va il mio eterno affetto. È stata una serata magica dove ci hanno fatto visita civette, pipistrelli e cinghiali. Ad una certa, anche un gruppo di ciclisti che stava facendo un’uscita notturna e che abbiamo spaventato a morte. Credo racconteranno a lungo di aver visto le streghe nel bosco ed essere fuggiti pedalando a più non posso!

G: “The Witches” è il progetto che ti rappresenta di più?

E: Si, assolutamente. Ci sono davvero legata ed ho messo molto di me stessa, della mia persona e del mio vissuto in questo lavoro. L’altro corto a cui mi sento più affezionata è Oniro – Fratello della Morte, lo cullo come un figlio.

G: Che importanza ha per te la tua visione femminile all’interno del tuo lavoro? Dopotutto, sei la quota rosa all’interno della Alba Nera Productions…

E: Credo sia sempre importante ascoltare gli input esterni e lontani dal proprio contesto. Mi rendo spesso conto che un punto di vista diverso, come in questo caso sulla base del genere, possa portare ad un arricchimento ed alla consapevolezza dei propri limiti di visione. Tengo molto alla riuscita delle nostre storie e penso di aver sempre avuto un forte contributo nei diversi lavori che abbiamo portato avanti negli anni. Ho spesso messo in discussione scelte narrative e fatto domande per capire come sviluppare la piena riuscita dei personaggi femminili. In questo momento, come pubblico, abbiamo terribilmente bisogno di storie nuove, femminili, sovversive. Storie che possono essere raccontate e prodotte solo da chi le vive veramente. Sono felice che questo tipo di cinema stia cercando di farsi spazio e spero possa emergere sempre di più a livello di contenuti. Ce lo mostrano oggi autrici come Sciamma, Cortellesi, Rohrwacher, Gerwig, Triet etc. Tutte con storie vere, passionali, a volte anche cruente. Siamo solo all’inizio di ciò che possiamo dire e dovremo prenderci sempre più spazio per dirlo.

G: Che differenze ci sono fra Erica che dirige ed Erica che recita? (Ammetto che ho avuto un debole per te nel ruolo di Gianni in “Quattro amici e un cadavere”)

E: Grazie! Ne sono molto felice perché è stato un ruolo divertente ma anche faticoso da afferrare come interpretazione. La Erica che recita è sicuramente più legata alla mia adolescenza. Recitavo anche a teatro, mi piaceva molto e mi metteva alla prova. Col tempo ho perso un po’ di entusiasmo per la recitazione e ho trovato una zona di comfort nel dietro le quinte dove mi sono sentita subito a mio agio. La Erica che dirige è ancora all’inizio ma quello che è certo è che mi piace stare sul set. Mi piace l’atmosfera, la fretta, gli incastri di coordinazione che si devono fare tra mille salti mortali. Mi ci trovo bene! Ultimamente confesso però che mi sta tornando anche la voglia di recitare… vedremo!

G: Con l’auspicio che “The Witches” voli lontano, ti chiedo… Ci sono altri progetti in cantiere?

E: Ci sono alcune idee nel cassetto. Tutte diverse e tutte entusiasmanti! Purtroppo, c’è da aspettare qualche tempo per concretizzarle. Serve tempo ed energia per questo tipo di lavoro e devo aspettare di chiudere alcuni impegni urgenti della mia carriera universitaria per poter rimettere le mani in pasta. Ma le idee ci sono e spaziano tra generi molto diversi!

G: Hai un messaggio da lanciare a chi ti legge?

E: Si. Andate al cinema! Scegliete un film e semplicemente andate a vederlo. Se non andate al cinema da un po’, ancora meglio, correte subito!

Dopo la proiezione, il mio migliore amico disse che, mentre al cinema spesso vediamo ore ed ore di nulla, la mezz’ora di “The Witches” non sbaglia un colpo. Non posso che condividere questo pensiero e rafforzarlo con tonnellate di onde positive, affinché venga proiettato in palchi sempre più grandi. Amica mia… È tutto meritato!

Grazie di cuore Erica per averci parlato di te e della tua creatura! Rimaniamo in attesa di un nuovo piccolo sogno (o incubo) di celluloide!

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